SCOLIOSI

Autore: Fisioterapista Rosa Pullara

Fisioterapia e Osteopatia a Brescia

COS’E’ LA SCOLIOSI E COME SI DIAGNOSTICA

La scoliosi idiopatica può svilupparsi in qualunque momento dell’infanzia e dell’adolescenza. Generalmente si manifesta nei periodi di scatto di crescita: il primo è nei primi mesi di vita, generalmente tra i 6 e i 24 mesi, tra i 5 e gli 8 anni si verifica uno scatto di crescita in altezza e, durante la pubertà, generalmente tra gli 11 e i 24 anni, si verifica lo scatto di crescita più rapido e importante.

La scoliosi è una deformazione idiopatica della colonna vertebrale sui tre piani dello spazio: frontale, sagittale e trasversale. Questo vuol dire che le vertebre della colonna dorsale e/o lombare si trovano a formare una o più curve sul piano frontale, possono ruotare su stesse e possono creare gibbosità anteriori e/o posteriori. Sebbene quindi la scoliosi venga diagnostica tramite l’angolo di Cobb (misura della curvatura laterale della colonna su radiografia antero-posteriore), questa misurazione non permette di avere una visione completa della colonna del paziente. Per diagnosticare una scoliosi infatti serve che l’angolo di Cobb sia maggiore di 10°, il paziente con scoliosi però può presentare una curvatura a C (una sola curva scoliotica) o una deformazione a S (una curva principale ed una secondaria): un paziente con curva 20° Cobb su una curva a C può presentarsi esteriormente in modo molto differente da un paziente con scoliosi a S con curva principale degli stessi 20° Cobb. Per questo motivo una radiografia è sicuramente molto utile per avere un’idea della schiena del paziente, ma per avere chiaro il quadro generale è necessario sottoporsi alla valutazione di un professionista esperto.

Il metodo più comune ed efficace per osservare la presenza o meno di scoliosi è il test di forward bending: si chiede al paziente in stazione eretta di piegarsi in avanti come a toccare le punte dei piedi con le dita, da questa posizione si può osservare la presenza o meno del gibbo, ossia della parta convessa della scoliosi.

COME E PERCHE’ SI TRATTA

Il trattamento della scoliosi dipende soprattutto dalla gravità della deformazione.

La scoliosi è classificata in base all’età in cui viene diagnosticata: infantile, giovanile, adolescenziale, adulta, o in base all’angolo di Cobb:

  • basso: fino a 20°
  • Moderato: 21°-35°
  • Da moderato a grave 36°-40°
  • Grave: 41°-50°
  • Da grave a molto grave: 51°-55°
  • Molto grave: 56°+

La classificazione in base all’età del paziente è molto importante dal momento che maggiore è il periodo che intercorre tra la diagnosi di scoliosi e il completamento della crescita, maggiore è il rischio di sviluppare una deformità più grave e complessa.

Oltre i 30°, quindi da una scoliosi moderata, il rischio di progressione in età adulta aumenta così come il rischio di problemi di salute e riduzione della qualità di vita.

Oltre i 50° si condivide l’idea che sia quasi certo che la scoliosi progredirà in età adulta e causerà problemi di salute e riduzione della qualità di vita. Dai 50° in su infatti si considera il trattamento chirurgico.

Tali rischi ci portano quindi a considerare fondamentale il trattamento tempestivo della scoliosi non appena si sia ricevuta la diagnosi. Infatti differenze statisticamente significative nella prevalenza del dolore si rilevano già in persone con scoliosi tra i 20 e i 30 anni. In uno studio di follow-up della durata di più di 40 anni è stata osservata una prevalenza tre volte più alta di lamentele legate al dolore cronico e unincidenza 20 volte maggiore di dolore grave e acuto in un gruppo di persone con scoliosi idiopatica non trattata rispetto al gruppo di controllo.

Gli obiettivi di base del trattamento conservativo della scoliosi idiopatica quindi sono:

  1. Fermare la progressione della curva durante la pubertà
  2. Prevenire o curare disfunzioni respiratorie
  3. Prevenire o curare sindromi dolorose della colonna
  4. Migliorare l’estetica attraverso la correzione posturale.

Il trattamento fisioterapico conservativo quindi prevede esercizi specifici di mobilità della colonna, esercizi di rinforzo e core stability, esercizi specifici di allungamento delle catene muscolari in tensione ed esercizi di autocorrezione posturale volti a correggere attivamente le proprie curve scoliotiche.

QUANTO DURA IL TRATTAMENTO

Abbiamo quindi appurato che generalmente la scoliosi è una deformazione che si sviluppa negli anni ed il cui esito finale è incerto fino alla maturazione ossea, di conseguenza il trattamento deve accompagnare il paziente fino a tale periodo.

L’obiettivo primario del percorso riabilitativo per la scoliosi è quello di rendere autonomo il paziente: imparerà quindi a conoscere il proprio corpo e ad avere consapevolezza della propria schiena, sarà quindi in grado di eseguire gli esercizi concordati e adatti per lui in autonomia. Poiché appunto il suo corpo è in continuo mutamento, grazie anche al lavoro svolto in trattamento, è necessario però che il paziente esegua dei follow up ripetuti nel tempo al fine di adattare costantemente il trattamento alla sua nuova situazione.

Scoliosi negli adulti

Spesso purtroppo capita che scoliosi lievi o moderate non vengano mai diagnosticate né notate finché non termina il periodo di maturazione ossea. A questo punto non è più possibile per il paziente tentare di ridurre i gradi di scoliosi, ciò però non è importante poiché, di nuovo, l’obiettivo del trattamento della scoliosi non è quello di “raddrizzare la schiena” ma quello di rendere il paziente autonomo nella gestione della propria schiena e ridurre, fino ad eliminarla, la sintomatologia dolorosa. La gestione del dolore quindi prevederà un percorso fisioterapico volto alla promozione della mobilità del rachide in toto e al rinforzo muscolare del busto e degli arti. Si tratta quindi di un lavoro sulla globalità del movimento: un corpo capace di muoversi nello spazio coscientemente e senza paura dei carichi o dei pesi che tutti giorni ci capita di spostare.

Non è mai troppo tardi per prendersi cura della propria schiena. 

Autore: Fisioterapista Rosa Pullara

Bibliografia

  • Idiopathic scoliosis 2014; Onur YamanSedat Dalbayrak
  • Adolescent Idiopathic Scoliosis: Common Questions and Answers 2020; Angela L. Kuznia, MD, MPH; Anita K. Hernandez, MD; and Lydia U. Lee, MD
  • Linee guida SOSORT 2016; Stefano Negrini et all.

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