Chi non si è mai sentito dire di “star su dritto”? qualche volta è capitato a tutti. Che fosse un medico, la maestra a scuola, la nonna a tavola. Frequentemente la frase viene accompagnata dall’indice accusatore e dalle nefaste conseguenze dell’assumere una postura poco composta: dolori al collo, dolori alla schiena, dolori alle spalle. Ma quanto possiamo affermare di essere certi della correlazione fra alcune posture e certi acciacchi, e i un rapporto causa effetto tra questi? In realtà non lo siamo per nulla.
Il razionale è chiaro: quando siamo in una posizione “neutra” le strutture articolari e legamentose sopportano meno stress meccanico, mentre quando ci accasciamo le stressiamo, e questo provocherebbe dei danni e del dolore. Meccanicamente ha un suo perché. Quando però si sono fatti degli studi per verificare queste teorie, si è visto che in realtà i conti non quadrano: abbiamo tanti dati che non confermano, anzi smentiscono una correlazione o un nesso causale fra postura e dolore.
Il fatto che il mondo del fitness e quello dell’ergonomia continuino a propugnare l’idea di una posizione perfetta, non è in realtà in linea con i dati che ci sono a disposizione. Proprio in un recente articolo scientifico sono stati raccolti in sette punti principali alcuni fatti riguardanti la postura e il suo presunto ruolo nel determinare dolore.
Tutto ciò vuol forse dire che in caso di dolore non ha senso valutare la postura?
Non proprio: il fatto che non possiamo identificare nella postura un colpevole del dolore non ci vieta di usarla come un mezzo per superarlo. In molti casi di mal di schiena acuti, ad esempio, sebbene non possiamo affermare che una certa posizione sia causa di un dolore, può certamente risultare più dolente rispetto ad altre posizioni. Piccole modifiche momentanee ed accorgimenti nel quotidiano possono essere utili per trovare sollievo dai sintomi. In casi di posture mantenute a lungo in situazioni di dolori persistenti, inoltre, costruire una routine di esercizi e movimenti che incoraggiano i movimenti opposti a quelli già preferiti crea l’occasione fare esercizio, che contribuisce positivamente a diminuire il dolore, e ad aumentare la varietà di movimenti e posizioni disponibili nella vita quotidiana.